Un’anfora per la Nouvelle Iconologie Historique

Jean-Charles Delafosse (1734-1791)

Anfora dall’Antico, ante 1768
Grafite, penna in nero, acquerellature in grigio su carta bianca, mm. 197×153

Delafosse specifica in questo disegno già noto agli studi[1], l’anfora che compare alla tavola 64 della celeberrima raccolta Nouvelle Iconologie Historique, la cui prima edizione fu stampata a Parigi nel 1768. Il ductus del foglio, facilmente riconoscibile come quello dell’architetto e ornatista, trova immediato riscontro in cinque disegni di anfore firmati J. C. Delafosse, quattro presso il Metropolitan Museum di New-York[2] (inv. 80.3.663, 80.3.664, 80.3.665, 80.3.667) e uno presso il Cooper Hewitt, Smithsonian Design Museum (inv. 1911-28-49). Di questi, il disegno di cui si scrive, è l’unico che trova un puntuale riscontro in una delle tavole della Nouvelle Iconologie.
Sono invenzioni ornamentali ricchissime, caratterizzate da ornati fitomorfi, figure zoomorfe e antropomorfe. L’anfora del nostro foglio, chiaramente a tema marino, presenta una sirena alata, seduta su un delfino, le cui code costituiscono il manico. E’ composta da tre ordini sovrapposti, e da una conchiglia superiore al cui ricciolo sono appesi festoni di fiori. L’ordine centrale, su cui siede la sirena, è ornato da un carnoso girale d’acanto e da un serto di foglie d’alloro.

Jean-Charles Delafosse

Si tratta di un’invenzione significativa del primissimo Neoclassicismo francese, di cui Delafosse fu tra i migliori interpreti, indirizzato al recupero dell’Antico dai modelli ornamentali del secondo Cinquecento. E’ evidente il debito di queste fantasie con quelle incise due secoli prima a Roma da Cherubino Alberti su disegno di Polidoro da Caravaggio.
La Raccolta di Delafosse ebbe grande successo – fu ristampata nel 1773, nel 1776 e nel 1783 – e conseguentemente una vasta diffusione anche al di fuori dalla Francia, influenzando a lungo le arti decorative europee per almeno un cinquantennio. E’ inoltre nota una parziale ristampa londinese del 1770 incisa e stampata da Thomas e François Vivares nella quale ritorna alla tavola 3 l’anfora presentata nel disegno di cui si scrive.
Va infine ricordato un disegno, per qualità grafica del tutto prossimo al nostro, che si conserva oggi presso il Département des Arts Graphiques del Louvre (inv. RF 4050). Delafosse esegue qui a grafite e acquerello due diverse coppe su piede, probabilmente pensate da realizzarsi in argento.

Jean-Charles Delafosse
Jean-Charles Delafosse inventò e incise, Tavola 64 de La Nouvelle Iconologie Historique, Parigi, 1768

[1] G. Beretti, A. Cottino, Gli splendori del bronzo. Mobili e oggetti d’arredo tra Francia e Italia 1750-1850, catalogo della mostra (Torino, Fondazione Accorsi 27 settembre 2002 – 2 febbraio 2003), Torino 2002, p. 120 [2] M. L. Myers, French Architectural and Ornament Drawings of the Eighteenth Century, catalogo della mostra (New York, Metropolitan Museum of Art, 10 dicembre 1991 – 15 marzo 1992), New York 1991, pp. 56-57