Non vi fu arte decorativa, nella Milano al volgere del Settecento, che non subì il fascino dell’ornato floreale, poco prima che le grazie del Roccocò fossero costrette a cedere il passo al vigore del “Gout grec” e, successivamente, al rigore formale del Neoclassicismo.
Con molti e bellissimi fiori, rose, peonie, garofani, viole e un’infinita gamma di fantasiose variazioni sconosciute in natura, sono tessute stoffe per l’abbigliamento e la decorazione d’interni, modellati stucchi, realizzati servizi da tavola in maiolica e mobili all’ultima moda. Fu una passione dilagante, a Milano come nel resto dell’Europa negli ultimi anni dell’Ancien regime, che andò di pari passo con l’infatuazione per la cineseria. Da un treillis fiorito e scenette di vita cinese è decorata la scrivania che Giuseppe Maggiolini (1738-1814) realizzò nel 1773 su commissione dell’arciduca Ferdinando, inviata a Vienna all’imperatrice Maria Teresa, capolavoro del mobile roccocò italiano.
I modelli ispiratori vanno ricercati lontano, oltralpe, a Meissen, a Vienna, a Sèvres, a Strasburgo, là dove la nuova tendenza dell’ornato floreale aveva preso l’avvio, per diffondersi in una copiosa varietà di forme e scelte decorative in tutta Europa, spesso associata ai motivi che giungevano dall’oriente grazie al costante contributo delle Compagnie delle Indie, a dar forma quasi a un archetipo del nuovo gusto.
E così a Milano, Felice Clerici fin dagli esordi nel 1745 e Pasquale Rubati – già pittore da Clerici e poi nella sua nuova fabbrica dal 1762- realizzarono servizi per la tavola decorati da entrambi questi temi ornamentali È un mondo spensierato, almeno all’apparenza, in cui fiori bellissimi e assai diversificati hanno i colori resi squillanti dalle tecniche del gran fuoco e dal piccolo fuoco, talvolta impreziositi dall’oro.
Contemporaneamente in Lombardia anche le fabbriche lodigiane, con Antonio Ferretti in testa, andavano dipingendo fiori con grande originalità compositiva e con una maestria che va dalle spensierate tavolozze dei fiori contornati fino alla più sottile e accorta tecnica a “ fiori fini” scontornati che denunciano la presenza di pittori “maestri” degni di minuziosi ornati quasi da arte della porcellana.
Anche in un ambito artistico diverso come quello dell’arredo i fiori furono un tema ornamentale imprescindibile. Ciò avvenne negli anni dell’esordio sulla scena milanese del giovane intarsiatore Giuseppe Maggiolini, destinato a passare alla storia per i suoi mobili neoclassici decorati da tarsie in legni policromi di straordinaria bellezza. Non è dunque un caso che le opere da lui eseguite attorno ai primissimi anni Settanta, in prossimità della scrivania imperiale, siano decorati da tarsie rappresentanti cineserie e bouquet di fiori.
Sono mobili rari, eseguiti sotto la regia di Agostino Gerli (1744-1821), decoratore formatosi a fianco di Honoré Guibert a Parigi, dove lavorò al Petit Trianon, ritornato a Milano nel 1769. Fu una fase che si esaurì nel corso di pochissimi anni, destinata ad essere presto dimenticata.
A questi è dedicato un nuovo progetto di acquisizione, ricerca scientifica e restauro condotto da Giuseppe Beretti per inOpera che ha portato alla riscoperta di un piccolo gruppo di opere inedite che saranno presentate il prossimo autunno in occasione di AMART 20223, la mostra dell’Associazione Antiquari milanesi presso il Palazzo della Permanente.
Il tempo dell’attesa offre l’occasione di arricchire la conoscenza del contesto in cui nacquero queste opere sorprendenti ponendo a confronto i fiori che Maggiolini intarsia su disegni di Giuseppe Levati (1739-1828) e Andrea Appiani (1754-1817), con quelli dipinti sulle più belle maioliche milanesi e lodigiane. Il modo migliore è quello di farlo in collaborazione con la galleria di Michele Subert, la più titolata, che da oltre cent’anni raccoglie e studia queste preziosità, da sempre predilette dal più raffinato collezionismo.
La mostra, curata da Giuseppe Beretti e Michele Subert, si terrà a Milano in via Jacopo dal Verme 2, presso il laboratorio-galleria di inOpera, dal 12 al 22 aprile 2023. E’ corredata da una plaquette con un saggio introduttivo di Giuseppe Beretti e Raffaella Ausenda, storica della ceramica italiana.
Milano . 12-21 aprile 2023
lunedì-venerdì . 10-18
inOpera . via Jacopo dal Verme 2
Tel. 026886523
Mail: info@in-opera.eu
www.in-opera.eu